Città/cultura

Nelle città vive ormai la maggior parte della popolazione mondiale; esse sono il più potente accumulatore di cultura e conoscenza che esista. Questa rubrica vuole raccogliere contributi di narrazione sulle città illustrandone processi di maturazione culturale, progetti innovativi, punti di osservazione inediti.

Secondo il World cities report 2016 delle Nazioni Unite la popolazione che vive nelle città ha raggiunto il 54% degli abitanti del mondo ed è tuttora proporzionalmente in crescita rispetto alle popolazioni extraurbane. La conurbazione più popolosa è oggi Tokyo con 38 milioni di abitanti, ma enormi agglomerati si sono sviluppati in Cina, in estremo oriente, in Africa ed in America Latina.

Le città sono da sempre il motore delle economie nazionali. Negli ultimi 100 anni i centri urbani più grandi hanno supportato non solo la crescita del proprio Paese, ma di interi continenti. Attualmente, le 600 più grandi città di tutto il mondo, in cui risiede più di un quinto della popolazione del pianeta, rappresentano un’economia che da sola vale il 60% del PIL mondiale.

Nelle città si concentra un alto numero di persone e quindi di intelligenze, di punti di vista, di scambi, di reti, di opportunità, ma anche di computer, di meccanismi automatizzati, di centri di ricerca, che fanno crescere la possibilità di invenzioni, innovazioni, crescita culturale.

Il sociologo e studioso americano di urbanistica moderna Richard L. Florida, sosteneva qualche anno fa che le città del presente e soprattutto del futuro dovranno dotarsi di alcuni strumenti chiave per far sviluppare in maniera economicamente e socialmente sostenibile, quelli che nella sua teoria delle “Cities and the Creative Class” (2004) ha indicato nei paradigmi delle “3T” e delle “3C”: “Tecnologia, Tolleranza e Talento”; “Cultura, Comunicazione e Cooperazione”.

In Italia non ci sono megalopoli, ma la dinamica della vivacità urbana è valida e significativa anche nei centri medi e medio-piccoli.

Questa rubrica vuole cogliere le idee e le innovazioni che si sviluppano e maturano nelle città post moderne, non solo con riferimento all’ambito culturale dell’arte, dell’architettura, dei musei, delle mostre, ma nel senso più largo già definito da Mumford nel secolo scorso (L. Mumford, La cultura delle città, 1938) e cioè con pieno riferimento alla visione delle città ed alle innovazioni che in esse nascono con riguardo all’urbanistica, ai servizi, alle infrastrutture, alla mobilità, all’ambiente, al paesaggio, alla sicurezza, ai cicli produttivi, alle modalità dell’abitare e, in definitiva, alle condizioni e agli stili di vita.

(P.B.)