Marco Guzzi:
la trasformazione dell’io come percorso condiviso
Abbiamo incontrato il prof. Marco Guzzi, dal 2009 membro ordinario dell’Accademia dei Virtuosi nella Classe dei Letterati e Poeti. “Nelle mie biografie vengo citato come poeta ed è la parola che amo di più perché poeta significa colui che fa”, con queste parole Marco Guzzi apre il racconto della sua attività di letterato e scrittore, iniziata poco più che adolescente.
La poesia conferisce grande libertà all’operato e, nell’esperienza di Guzzi, assume il significato di linguaggio creativo. Il suo amore per la penna, ma ancora di più per l’atto del comunicare, è ben visibile già dalle prime pubblicazioni, come Anima in Vetrina. Per essere compreso, che egli ha descritto come una scrittura di natura salvifica. Attraverso questo libretto, ha preso corpo la volontà di rendere urbano, comunicabile, quel fuoco di visione che avrebbe potuto portarlo all’isolamento.
La sua esigenza di comunicare nel corso degli anni si è declinata non solo grazie alla scrittura, ma anche attraverso i numerosi media che hanno scandito i vari passaggi di carriera, dalla radio alla Tv, al Web, considerati al pari di un vero e proprio atto creativo, una luce che vuole comunicarsi. La scrittura poetica e filosofica, la sua ricerca psicologica e spirituale, le numerose attività culturali, il lavoro in Rai, i programmi di dialogo con il pubblico, tutta l’ampia attività svolta da Guzzi nel corso degli anni ha trovato sintesi concreta in “Darsi Pace”, un percorso condiviso di trasformazione dell’io avviato nel 1999 e tutt’ora in pieno svolgimento. Si tratta di gruppi nati per raccogliere persone, che oggi vivono un grande travaglio esistenziale, attorno ad un processo di liberazione interiore finalizzato alla trasformazione del mondo come idea politica, con una forte base cristologica, ispirata ai laboratori di fede di cui parlava Giovanni Paolo II.