Pio Baldi: cinque secoli di storia verso il futuro
Eminenza, illustri colleghi accademici, cari amici, sono veramente onorato di incontrarvi in questa speciale occasione della festa di San Giuseppe, patrono dell’Accademia dei Virtuosi e in questo monumento che è una icona dell’architettura mondiale e che non solo ha una sacralità di una chiesa ma incorpora anche nel nome “Pantheon” – tutti gli dei – la volontà di integrazione, di conciliazione. Ha dei simboli potenti all’interno del nome e all’interno della sua forma. Io ringrazio ancora il Card. S.E. Gianfranco Ravasi per avermi indicato per il compito prestigioso di presidente di questa Accademia e ringrazio anche Voi accademici, qui oggi abbastanza numerosi, con cui ho intrapreso un percorso di preziosa collaborazione, in spirito di amicizia e di simpatia.
Scopo dell’Accademia, fin dal 1542, è stata la promozione delle arti, della letteratura, della poesia, della musica e, recentemente, anche del cinema. Hanno fatto parte dell’Accademia gli artisti più importanti dei secoli passati. Dirò solo qualche nome: Taddeo Zuccari, Barozzi da Vignola, Beccafumi, Sermoneta, Antonio da Sangallo il giovane, Pietro da Cortona, Rainaldi, Algardi, Borromini, Lanfranco, Velasquez, Vanvitelli, Valadier, Canova, Camuccini e molti altri che non nomino per brevità. Così come ci sono nomi famosi fra gli accademici virtuosi, presenti qui oggi.
Io credo che in questo momento la sfida concreta consista nel rappresentare in forme inedite e con i materiali e i metodi innovativi della creatività di oggi quei valori umanistici, spirituali e metafisici che hanno sempre fatto parte della missione e dell’impegno della Chiesa cattolica.
Questo ovviamente senza perdere il contatto con un grande passato. Voglio condensare questo concetto con la frase: cinque secoli di storia verso il futuro.
E questo sarà l’impegno che ho preso, miei cari amici, per i prossimi anni e che ho sintentizzato in tre iniziative che racconterò molto in breve.
Abbiamo intrapreso la strada, insieme all’Università, di fare dei concorsi per giovani architetti, ma che non siano concorsi nel vuoto. Che non siano rappresentazioni teoriche ma progetti per sistemare problemi urbani di Roma in accordo con le Autorità capitoline.
Il secondo impegno, che già è andato a segno, è stato quello di dare all’Accademia dei Virtuosi un sito web, grazie all’Università Pontificia Salesiana, che ci ha aiutato e che ha costruito il sito web. Ancora una volta ringrazio per la fatica, l’impegno e la bravura.
Terza cosa, audace – non so se sarà possibile farla – è un’idea di continuazione. I Virtuosi hanno sempre fatto fino al ‘700 mostre di opere d’arte dentro al Pantheon. Sarebbe molto bello fare ancora in questo edificio mostre di creatività contemporanea. Non so se sarà possibile, ci stiamo provando. Non si possono mettere sulle pareti quadri, statue o cavalletti dentro al Pantheon che è una chiesa e un monumento di importanza mondiale. Però si può forse – questa è l’idea – proiettare su questa cupola qualche immagine di creatività da parte di grandi artisti e registi. Per capire se all’interno del loro pensiero creativo riescono a rappresentare su questa cupola quattro parole che il Papa sempre pronuncia: accogliere, promuovere, proteggere, integrare. Sono proprio i simboli, dicevo all’inizio, che questo monumento esprime fin dal suo primo essere edificato.
Per tutto il resto sono convinto che l’arte non deve dare risposte ma porre domande, aprire interrogativi, generare inquietudini, stimolare curiosità.