Inaugurazione della Cappella del Perdono
Il parroco don Maurizio Mirilli – noto per i suoi libri tra cui Un briciolo di gioia... purché sia piena con premessa di Papa Francesco (ed. San Paolo, 2018) – ha pensato di far dipingere al maestro e accademico dei virtuosi Rodolfo Papa il tema della Pentecoste nella cappella del Perdono, dove solitamente è collocato il quadro con la Madonna del Perdono, immagine su legno molto venerata nella comunità parrocchiale.
L’intenzione di don Mirilli è stata quella di produrre uno spazio in cui dare dignità al quadro della Madonna del Perdono, creando un luogo in cui poter celebrare il sacramento della Riconciliazione.
L’idea di dedicare la cappella allo Spirito Santo è stata accolta con entusiasmo da Rodolfo Papa, noto artista e storico dell’arte, che ha dedicato proprio all’arte sacra molte sue opere pittoriche (in Italia e all’estero, dalla cappella di Gesù Nazareno nella Basilica di San Crisogono a Roma, fino alla cappella della Eucaristica nella Cattedrale di Karaganda in Kazakistan) e molte sue riflessioni teoriche (per esempio i libri Discorsi sull’arte sacra e Papa Francesco e la missione dell’arte, entrambi editi da Cantagalli nel 2012 e nel 2016).
Rodolfo Papa ha affrontato la tematica innovando la tradizione. Nel registro superiore della cappella ha dipinto la Pentecoste in una chiave totalmente innovativa. Questa raffigurazione sovrasta l’immagine della stessa grande piazza in cui si erge la Parrocchia, dipinta nel registro inferiore. Papa ha soprattutto trasformato la cappella in una grande epifania cosmica: il soffitto diventa volta cosmica. Dialogando con l’iconografia tradizionale, ha inserito piante e animali dal valore simbolico ma anche segni nuovi, tra cui una mascherina chirurgica.
L’esecuzione della cappella è stata infatti effettuata nel periodo della pandemia. Don Maurizio la commissionò a Rodolfo Papa poco prima della chiusura di marzo; Papa l’ha pensata e ne ha disegnato i cartoni nella solitudine del suo studio proprio durante marzo e aprile e ha cominciato a dipingerla non appena è stato possibile, muovendosi nella quotidianità di una parrocchia, ormai fatta di disinfettante e distanziamenti, ma soprattutto tra le paure e le speranze contemporanee.
La parrocchia del Ss. Sacramento si erge in una piazza periferica tra la via Prenestina e il quartiere di Centocelle, luoghi lontani dai capolavori dell’arte e spesso lontani dalla cultura. Ma proprio laddove potrebbero diffondersi più facilmente le dipendenze e i malesseri, don Maurizio investe sulle potenzialità della comunità. Alle tante iniziative sociali di aiuto che da anni propone, ha aggiunto questa straordinaria iniziativa culturale.
La bellezza in periferia è una scommessa vincente, fondata sulla convinzione che la bellezza sia motivo di riscatto e di crescita.
La cappella del Perdono a Tor de’ Schiavi non solo dà dignità al quadro venerato della Madonna del Perdono, ma dà dignità a tutta la comunità parrocchiale e al quartiere, che nella pittura di Rodolfo Papa si vede in qualche modo ritratto e illuminato.
La Cappella del Perdono al Ss. Sacramento a Tor de’ Schiavi Nella periferia romana di Tor de’ Schiavi la Cappella del Perdono apre al pubblico e ai fedeli dopo lunghi mesi di lavoro. All’interno della Chiesa del Ss. Sacramento la cappella si schiude come un piccolo scrigno di bellezza, portatrice di alto valore artistico e teologico. Sulle pareti e sulla volta si dispiega una innovativa lettura della Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli riuniti assieme nel Cenacolo.
L’artista che ha realizzato questo ciclo pittorico è Rodolfo Papa, maestro del colore dal tratto inconfondibile, noto per i suoi lavori esposti in tutto il mondo. Fin dall’ingresso nella chiesa, lo sguardo è catturato dai vividi colori che Papa ha dispiegato per raccontare la Pentecoste. L’azzurro intensissimo del cielo che fa da sfondo alla scena invita all’ingresso in questo piccolo spazio che proietta subito chi entra in una dimensione ultraterrena. La pittura modifica l’architettura nella finzione della volta celeste. Sulla parete di fondo i due registri del ciclo pittorico sono separati da una balaustra dipinta, animata nella parte superiore dagli Apostoli e nella parte inferiore da due splendidi angeli che con un sapiente gioco prospettico incorniciano il dipinto su tavola della Madonna del Perdono. Ai piedi una riproduzione della chiesa del Ss. Sacramento e della piazza antistante, raffigurata come una città ideale sul quale si svolge l’accadimento divino con la discesa dei sette doni dello Spirito Santo (Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timore di Dio).
Dunque ci si trova davanti a un unico immenso cielo, idealmente suddiviso in uno spazio terreno, al di sotto della linea del marcapiano, e uno spazio celeste, al di sopra della linea del marcapiano e sulla volta. Uno sfondamento della struttura architettonica che evoca, rileggendoli in una chiave del tutto personale, gli spazi metafisici di Dalì e De Chirico. Rodolfo Papa porta all’interno della Cappella del Perdono un vero e proprio rinnovamento iconografico, creando nuovi presupposti che pur ispirandosi a molteplici modelli, appaiono in tutta la loro originalità. La gamba a penzoloni di San Giacomo Maggiore rievoca la figura femminile seduta in una posizione simile nella lunetta affrescata da Pontormo e dedicata a Vertumno e Pomona nel salone della Villa medicea di Poggio a Caiano. Il profilo scuro della piazza nel registro inferiore richiama alla memoria il cielo nuvoloso su cui si stagliano alberi e case in Empire of light di Magritte. E poi ancora, nella composizione e nel ritmo delle figure della cappella riecheggiano le Stanze della Segnatura di Raffaello e nel paesaggio composto da decine di velature si ritrova il senso di profondità che Leonardo infondeva nelle sue vedute. Il senso dell’illusione ottica che crea volumi e profondità torna anche nelle pareti laterali, dove le finestre strette e alte si tramutano in facciate di edifici simili ai giochi prospettici dell’architetto Aldo Rossi.
Ma la vera perla di tutto il ciclo dipinto nella Cappella del Perdono la si scopre alzando lo sguardo. Qui la volta si sfonda e una luce quasi accecante incarna lo Spirito Santo. Un’idea dell’Empireo che affiora tra le nuvole e queste diventano come palpebre di un irradiante occhio celeste. Dal centro di questa cupola ideale dinamicamente si staccano altre sette piccole luci che ritornano in forma di fiammella sul capo degli Apostoli. Una simile raffigurazione della Pentecoste, priva della colomba che solitamente ricorre, risulta come un’esperienza pienamente coinvolgente, oltre che una soluzione iconologica assolutamente unica nella storia dell’arte sacra. Questa cupola smaterializzata, fatta di pura luce vibrante, trascina chiunque la osservi in una scena che sembra davvero accadere qui e adesso. Un unicum che segna un importante punto di svolta nel panorama dell’arte sacra contemporanea.
Flavia Sciortino e Stefano Di Rienzo
Chiesa del Ss. Sacramento a Tor de’ Schiavi
Largo Agosta 10, Roma
25 ottobre 2020 - ore 12.30
www.sssacramento.it
8 ottobre 2020